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La famiglia Ciucci era una delle più importanti della zona sotto influenza ascolana tra il XV e il XVI secolo.
Signori della fortezza di Castel di Luco, costruzione fortificata che si eleva in Acquasanta Terme, dove spicca sulla sommità di uno sperone di roccia, occupa una posizione di privilegio strategico che rende il castello isolato sull'altura che lo ospita, estremamente idonea a sfruttare la naturale difendibilità del luogo.
Un suo parente prossimo, Angelo, sarebbe stato un dei nove capitani ascolani che nel Giugno del 1424 furono impegnati nella cruciale battaglia che si svolse nella città dell'Aquila, segnando inesorabilmente la sorte di uno dei più grandi capitani di ventura del tempo: Braccio da Montone. Le notizie inerenti invece Pietro Ciucci ci giungono grazie al Marcucci, storico ascolano, che inquadra nel 10 agosto del 1445 la data cruciale che contraddistinse questo personaggio, ovvero quando capeggiò un cospicuo gruppo di "feroci montanari", che liberarono Ascoli dal potere del fratello di Francesco Sforza, Rinaldo da Folignano, ormai in auge dal 1434; giunto in città, infatti, il Ciucci la liberò nel giro di poche ore, occupando i palazzi del potere sforzesco e proclamando di nuovo il governo pontificio.
Per una tale impresa, il restaurato concilio cittadino lo nominò "Liberatore della patria".
Dopo questi avvenimenti i Ciucci diventarono una delle più influenti e note famiglie ascolane, ed il castello di Luco rimase possedimento degli eredi fino alla fine del XVIII secolo.

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